
Qual’è la dimensione normale della prostata e quand’è che dobbiamo cominciare a preoccuparci?
In questo articolo risponderemo a questa domanda, quindi cominciamo:
Qual è la normale dimensione di una ghiandola prostatica?
L’età influisce notevolmente sulle dimensioni della prostata nell’uomo: ad esempio, negli uomini vicini alla mezza età (nella fascia dunque dei 38 – 45 anni) è un caso da manuale quello della prostata che misura circa 4 x 3 cm e non supera i 20 grammi.
Proprio a seconda di questi parametri di normalità, anzi, è possibile per i medici rilevare la eventuale presenza di malformazioni o degenerazioni patologiche, come ad esempio iperplasie o tumori, che causano un aumento delle dimensioni della ghiandola in esame.
Al contrario, l’età del soggetto non incide invece direttamente sullo sviluppo di tali patologie: non c’è infatti, in natura, nessun timer che scatta al raggiungimento di un certo compleanno, anche se dopo una certa età sono certamente più consigliati i controlli della prostata dal medico.
La necessità di questi controlli dipende essenzialmente dal fatto che, in media, dopo i 60 anni sono rilevate con maggiore incidenza alterazioni delle normali dimensioni della prostata.
È quella peraltro l’età in cui gli uomini nella maggior parte dei casi inizia a lamentare problemi di incontinenza: ciò è dovuto al fatto che un’ipertrofia prostatica determina l’aumento delle dimensioni della ghiandola con un conseguente restringimento dell’uretra.
Diretta conseguenza di questa ipertrofia è che il completo svuotamento della vescica sembrerà più difficoltoso.
Il soggetto incrementerà dunque la pressione durante l’atto di urinare, causando un indebolimento della vescica stessa e, nei casi più gravi, provocando una ritenzione urinaria acuta.
In questa situazione è consigliato un tempestivo controllo medico onde evitare il peggiorare della situazione e l’eventuale formazione di infezioni o calcoli.
Questa situazione patologia degenera velocemente anche perché la prostata duplica, triplica o a volte perfino quadruplica le proprie dimensioni.



Dimmi quanti anni hai e ti dirò quanto è grande la tua prostata
20 anni – I ventenni generalemente presentano una ghiandola prostatica che ricorda, per le sue dimensioni, una noce. Si riscontrano rari o pochi problemi nella zona in questa fascia di età.
40 anni – La situazione per i quarantenni resta generalmente simile a quella della fascia d’età dei 20 anni, con pochi problemi, anche se molti uomini iniziano a percepire in questa fase un ingrossamento più o meno pronunciato della prostata.
50 anni – A 50 anni o, a volte, verso i 50 anni, un uomo su due in media avverte fastidi legati al corretto funzionamento della ghiandola prostatica. Le dimensioni della ghiandola in questa fase della vita aumentano, ricordando quelle di una golf ball o, nei casi patologici più gravi, di un limone.
60 anni – Specialmente nei soggetti che già a 40 o 50 anni presentavano problematiche legate alla ghiandola in esame, la prostata può continuare a crescere anche nella fascia d’età dei 60 anni. Questa situazione è spesso patologica e determina l’insorgere di problemi urinari come la minzione frequente o difficile, che dipendono dalla pressione sull’uretra e sulla vescica esercitata dalla prostata infiammata. I soggetti in questa fase non avvertono più solo un leggero fastidio, ma cominciano ad incorrere in disturbi più gravi nello stile di vita (ad esempio, la mancanza di sonno provocata dal frequente bisogno di urinare notturno). La ghiandola prostatica a questa età può raggiungere le dimensioni di un limone.
80 anni – Frequenti sono in questa fascia d’età i problemi alla prostata, che interessano circa l’80% degli uomini, la cui prostata può essere grande anche come una palla da tennis. I disturbi da ipertrofia prostatica in questa fase sono tanto comuni da risultare quasi inevitabili.


La prostata ingrossata: che cosa indica?
L’ipertrofia prostatica, cioè l’avere una prostata dimensionalmente sproporzionata rispetto ai parametri medi, causa il sentire una certa costrizione dell’uretra tale da impedire più o meno significativamente il flusso urinario.
Ciò dipende dal fatto che la ghiandola prostatica preme sugli organi ad essa adiacenti. Il primo sintomo di questo problema è la difficoltà nella minzione, che deve fungere da campanello d’allarme e a cui deve seguire un controllo medico tempestivo, ovvero un esame prostatico utile ad escludere che la situazione sia il risultato di eventuali cause tumorali.
In ogni caso, bisogna tenere presente che un ingrossamento della prostata è una condizione che normalmente si verifica con l’avanzare dell’età e non deve causare eccessivo allarmismo.
Che cos’è la Prostata?
Si definisce prostata una delle ghiandole principali che costituiscono l’apparato genitale maschile, con funzioni anche legate alla minzione.
Essa occupa una cavità posizionata tra la vescica (sopra), il pene (in avanti), e l’intestino retto (da tergo).
Di forma tondeggiante, essa è divisa a metà dall’uretra, cioè il canale deputato al trasporto dell’urina dalla vescica all’esterno, che passa per il pene.
Oltre ad essere a stretto contatto, come si diceva, con una sezione dell’uretra, la ghiandola in esame svolge una funzione fondamentale nella riproduzione, dal momento che comunica con i dotti eiaculatori.
La sua struttura anatomica comprende 4 lobi: quello anteriore, quello mediano, quello laterale destro e quello laterale sinistro.
La prostata si compone di due tipologie di tessuto, atte a funzioni diverse.
Nel tessuto fibromuscolare si può individuare una parte in tessuto muscolare liscio, la cui funzione è quella di far contrarre la ghiandola per farle espellere i fluidi; è possibile inoltre osservare una seconda parte costituita da tessuto connettivo fibroso che dà sostegno alla prostata.
Il tessuto ghiandolare esocrino, invece, anche detto epiteliale in quanto esterno, riveste un ruolo essenziale nella produzione di sperma.
Quale è la funzione della prostata e come funziona?
La prostata riveste tre funzioni necessarie per il corretto funzionamento dell’organo genitale maschile:
1 – Funzione escretoria. Una delle funzioni principali della ghiandola è la produzione di fluido spermatico, ricco di zuccheri che servono a “nutrire” gli spermatozoi mentre vanno a fecondare gli ovociti presenti nell’apparato riproduttivo femminile. Allo stesso modo, la prostata produce anche composti alcalini che hanno il compito di proteggere gli spermatozoi dalle sostanze acide presenti nella vagina.
2 – Funzione eiaculatoria. La prostata comunica con i dotti eiaculatori che si trovano in parte al suo interno. Essi riversano lo sperma all’esterno attraverso il pene, attraverso il quale risalgono grazie alle spinte causate dalla contrazione del tessuto epiteliale della ghiandola che avvengono al momento dell’orgasmo.
3 – Funzione urinaria. La posizione contigua di prostata e vescica determina l’influenza dell’una sull’altra. Infatti, al verificarsi di un caso di ipertrofia prostatica (in altre parole, se la prostata si ingrossa), di conseguenza si blocca il normale percorso dell’urina dalla vescica al canale uretale e dunque verso l’esterno, rendendo fastidiosa o difficoltosa la minzione.


Aglio fresco o integratori?
Se è vero che i medici consigliano di assumere uno spicchio di aglio al giorno a crudo per ottenerne gli effetti benefici, potresti avere qualche problema a mangiarlo, per gusto personale, ma anche a causa dell’odore tipico che potrebbe crearti disagio quando ti trovassi con altre persone.
Esistono allora, come accennavamo poco prima, degli integratori a base di aglio disidratato, che con diverse percentuali di concentrazione di allicina, ne preservano i componenti e le proprietà che potresti cercare.
In questo caso, però, il consiglio è quello di verificare la concentrazione sull’etichetta, cercando di non superare la dose giornaliera consigliata di 10 grammi al giorno.
L’eccesso di principi nutritivi dell’aglio, infatti, potrebbe provocare senso di nausea, disturbi gastrointestinali come vomito o diarrea, e in generale malessere a livello intestinale.
L’uso degli integratori corretto prevede un utilizzo continuativo per circa tre settimane e poi una pausa di due settimane.
In questo modo potrai evitare gli effetti collaterali ed ottenere i massimi benefici.
Quale integratore scegliere per la Prostatite?
Tra i vari integratori per la terapia della prostatite, sembra tra i più efficaci e a costo accessibile il Prostatricum, spesso venduto a prezzi rincarati, perché poco diffuso e molto ricercato.
Le opinioni online sono per lo più sempre positive, quindi si può stare tranquilli.
Secondo noi il sito sul quale poterlo acquistare al prezzo più ragionevole è il seguente: Prostaticum


Giuliano Fresoni
Dopo estenuanti ricerche sull’argomento prostata, penso di avere un’idea chiara in merito a cosa funziona e cosa non funziona per risolvere i problemi associati – in questo sito web il mio obbiettivo è quello di condividere informazioni utili, esperienza ed opinioni per aiutare gli uomini in difficoltà.